Intelligenza artificiale e impatto sull’arte

Negli ultimi anni si sente, sempre più spesso, parlare di intelligenza artificiale: l’abilità di una macchina di presentare capacità normalmente attribuite al genere umano come il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione ed anche la creatività. Essa, utilizzando metodi relativi a reti statistiche e ricerche fisiche ed operative, è in grado di rilevare informazioni nascoste nei dati, pur senza essere stata esplicitamente programmata per quella precisa azione.

La domanda che sorge spontanea, ma alla quale non è ancora possibile fornire una risposta sicura, è: l’intelligenza artificiale sostituirà l’arte? I social network e le piattaforme di arte digitale propongono, sempre più spesso, opere realizzate da una serie di algoritmi che sono in grado a sviluppare quella che, a primo impatto, può venire scambiata per una vera opera d’arte nata dalla mano dell’artista.

Il punto d’incontro tra l’intelligenza artificiale e l’arte è un modello di linguaggio denominato Generative Pre-trained Transformer (GPT); esso è in grado di creare immagini partendo da input testuali, anche con informazioni molto ridotte. Ad esempio, attraverso il linguaggio “illustrazione di cavallo che galoppa su un prato”, un’AI ben sviluppata riuscirà a disegnare in modo realistico un cavallo che galoppa su un prato. Il compito degli sviluppatori dell’intelligenza artificiale è quello di arricchire costantemente i propri algoritmi con una serie di documenti (dipinti, fotografie, dettagli) che permettano alla macchina di apprendere nuove informazioni, diventando sempre più precisa.

Il linguaggio GPT è stato sviluppato nel 2015 da una società statunitense, la Open AI, fondata da Sam Altman ed Elon Musk.

Il dubbio principale è rappresentato dalle conseguenze dell’AI sull’arte, ipotizzando se, il processo che è al tempo stesso evolutivo e distruttivo, può arrivare a distruggerla, uccidendone la sua essenza.

Ad oggi, ci sono dei lavori realizzati dall’intelligenza artificiale che sono stati trattati come opere d’arte a tutti gli effetti: il dipinto Edmond de Belamy, realizzato dal collettivo francese Obvious che ha mostrato al sistema circa 15.000 dipinti realizzati nei secoli scorsi, è stato venduto alla casa d’aste Christie’s per 430.000 dollari. L’opera presenta anche “la firma” dell’autore in un angolo a desta, ossia l’algoritmo che ha generato l’opera.

DALL-E 2 è uno dei nuovi sistemi di AI per la generazione di immagini: il progetto Next Rembrandt, lanciato per verificare se è possibile riprodurre l’arte di un grande maestro del passato, ha l’obbiettivo di imitare il più possibile la tecnica del celebre artista attraverso l’utilizzo di una stampante 3D, capace di riprodurre anche il tratto lasciato dal pennello. Ad oggi, tra i risultati più famosi di DALL-E 2, ci sono le riproduzioni de Il bacio di Gustav Klimt e de La ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer.

I risultati ottenuti fino ad ora, estremamente sintetizzati, dell’intelligenza artificiale sul mondo dell’arte sono questi e, considerato l’ampio margine di sviluppo che ha ancora il sistema, gli esperti si domandano se esso potrà arrivare a sostituire del tutto gli artisti per come li conosciamo oggi.

Il critico d’arte statunitense Mike Pepi, durante un ormai celebre intervista rilasciata ad Art Basel, si è dichiarato frustrato dai risultati dell’high-tec che, essendo di origine tecnologica e non creativa, pretenderebbero risultati surreali e non catalogabili nel mondo dell’arte.

La prima collaborazione tra umano e macchina, però, nasce nel 1968 quando Vera Molnar, artista multimediale ungherese, ha iniziato ad affiancare la ricerca e l’utilizzo degli algoritmi, diventando la pioniera della computer art.

E voi, cosa ne pensate?

4 risposte a “Intelligenza artificiale e impatto sull’arte”

  1. Bell’articolo…non credo sostituirà l’arte creata manualmente,penso che diventerà un nuovo modo di creare arte, se ci pensiamo per alcuni chi crea arte digitale non è un vero artista, in realtà è una forma d’arte anche quella. In ogni caso è sempre la mente umana che immette dati. Il mio modesto parere.

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